Ecco il responso dell’Oracolo di Beltane.
Lei del Calice è la Grande Dea, la madre dai molti nomi. Il suo Calice, il Cruach, trabocca di abbondanza per tutti. Lei è nutrimento e compassione.
In una relazione sono sempre in gioco il principio femminile e quello maschile, e la loro unione produce la realtà manifesta. I due principi non debbono necessariamente significare un donna e un una uomo, potrebbe essere l’uomo ha incarnare il principio femminile. Anche in una coppia dello stesso sesso sono presenti un principio maschile e un principio femminile.
Il principio femminile, ci dicono gli Dei, rappresenta l’altro, l’altro in genere. Bella lezione su cui riflettere. Il suo bisogno. L’altro ha bisogno di nutrimento, ha bisogno di ricevere. La grazia della Dea deve fluire attraverso noi verso gli altri, nella forma di amore incondizionato.
Solus. Il divino maschile, la volontà, il potere dello spirito. Solus è energia, saggezza e aiuto che ci arriva da altri regni. Il principio maschile, ci dicono, è la rel-azione stessa. Ci suggeriscono ancora di non pensare in termini di uomo-donna. La relazione è un azione. Ha bisogno di ricevere l’energia radiante del principio maschile (tanto dall’uomo, quanto dalla donna). L’amore è un miracolo, è la luce divina che si manifesta. Ma ha bisogno di essere sostenuto dalla nostra azione, dalla nostra volontà, e dalla capacità di imparare, cioè di crescere, di metterci in discussione.
Ed ecco comparire i nostri simpatici amici del popolo fatato, che seguono gli dei come in un processione, offrendo la loro amicizia, il loro supporto e il loro aiuto. Queste creaturine non fanno parte delle fate nobili, ma del piccolo popolo, quello che nell’Oracolo viene chiamato, truppa di rinforzo… Hanno un nome. Quello in alto è Nuff, quello sotto, Laochan.
Nelle relazione la cooperazione è necessaria perché raggiungere quello di cui abbiamo bisogno. Bisogna imparare a dare e ricevere assistenza e supporto. L’ultima carta rappresenta noi. Noi abbiamo bisogno di imparare a dare incondizionatamente.
E ora passiamo alla seconda fila di carte.
Il Mastro costruttore. E’ il fabbro, colui che forgia, fa si che le cose si realizzino, trasforma le idee, i sogni, in realtà. Il suo motto è ‘Qui si risolvono problemi pratici’. E affinché ciò accada bisogna imparare ad affrontare le sfide, che l’altro rappresenta, bisogna possedere determinazione e perseverare attraverso le difficoltà, e conoscere i propri limiti. L’altro dà alla relazione quello che può, cerca di fare del suo meglio. Questa carta ci suggerisce di costruire con l’altro e avere fiducia nelle sue capacità.
Il Saggio. Il Saggio vive in solitudine, immerso nella propria vita interiore, alla ricerca della conoscenza e della visione. Il Saggio da un lato da valore alla tradizione, e dall’altro al cambiamento. Se la domanda è: cosa porta la relazione? La risposta è integrazione tra volontà e compassione, equilibrio. Ma anche la necessità del distacco. Il Saggio sa quando è arrivato il momento di lasciare andare.
La lettura si chiude con un ultimo cantore.
Il Cantore dell’Intuizione. Il Potere Oracolare.
La conoscenza di ogni cosa è già dentro di noi, basta ascoltare.
In questo caso la domanda è: cosa possiamo fare noi per la relazione? Ascoltare. Ascoltare i nostri sentimenti, e le nostre intuizioni riguardo la situazione. Rimanere focalizzati in noi stessi, ascoltare quali sono i nostri veri sentimenti. Aprirci all’intuizione interiore e seguirla, ovunque ci porti. A volte la soluzione potrebbe essere la solitudine. Allontanarsi per meditare e avere pazienza.